Orecchie di Alessandro Aronadio è un film che non ti aspetti. Un piccolo grande film italiano. Piccolo nei suoi mezzi e nella distribuzione, grande nell’ispirazione con cui è stato creato. Un uomo si sveglia con un fastidioso fischio nelle orecchie e con un post-it sul frigorifero. Alice, la fidanzata lo ha lasciato e gli comunica la morte del suo amico Luigi. Il problema è che il protagonista non ha idea di chi sia questo Luigi. Inizia così la sua giornata, dove, tra mille stranezze, cercherà di capire l’origine del fischio, cosa sia andato storto con Alice e chi sia Luigi.
Ma questo film non è interessante solo per la trama, molto divertente, quanto per la sua realizzazione. La scelta di girare in bianco e nero e con un aspect ratio variabile, per esempio. Il film infatti inizia in formato quadrato 1:1, per poi allargarsi fino a raggiungere un più convenzionale 1,85:1. Bravi sono anche gli attori, Daniele Parisi e Silvia D’Amico (rispettivamente il protagonista e la fidanzata) per primi. A questi si aggiungono Pamela Villoresi, Rocco Papaleo, Milena Vukotic e molti altri.
Ad essere onesti dallo schermo traspare il suo essere un film “caserecco”, artigianale per così dire, ma questo non è affatto un aspetto negativo. Orecchie svolge in maniera ottima la sua funzione: diverte, intriga e fa riflettere. Tutto quello che un buon film deve fare. Non sarà facile trovarlo in programmazione, ma se vi capita di vederlo in rassegna, andate a vederlo: non ve ne pentirete.