Presentato e già osannato alla 73esima Mostra del Cinema di Venezia, Candidato a 14 premi Oscar e già vincitore di sette Golden Globes è quello che tutti possiamo, e dovremmo, considerare un capolavoro cinematografico contemporaneo.
Scritto e diretto da Damien Chazelle, il quale aveva già dato prova del suo enorme talento con il film “Whiplash”, La La Land è la travolgente e nostalgica quanto ordinaria storia d’amore tra Mia e Sebastian, due giovani trasferitisi in “the City of Stars” per rincorrere il loro sogno di diventare attrice lei e famoso jazzista lui. Tra rifiuti e provini disastrosi l’unica cosa che sembra sollevare momentaneamente le loro vita è infatti il loro amore reciproco, le loro ambizioni comuni e il reciproco sostegno; fino a quando, un giorno, l’individualismo che tutto comanda porterà i due protagonisti a dividersi irrimediabilmente.
Perché è di questo che La La Land fondamentalmente parla, un amore meraviglioso distrutto da ambizioni e carriere diametralmente opposte, incompatibili; e cosa c’è di più contemporaneo di tale epilogo?
La maestria sta però nell’aver presentato l’intera storia ispirandosi alla più classica delle forme, ovvero il musical hollywoodiano degli anni Cinquanta, per poi aver tradotto il tutto nel modo più contemporaneo possibile.
Un trionfo di canzoni, costumi, attente citazioni (da Singing In the Rain a Grease, da Moulin Rouge a West Side Story), geniale montaggio e sublimi scenografie che fanno di La La Land quello che tutti ricorderemo come l’esempio di classico contemporaneo.
I due interpreti, Ryan Goslin ed Emma Stone, sono poi sicuramente la scelta più riuscita del film. Sia come coppia che individualmente riescono infatti magistralmente ad entrare in simbiosi con i loro personaggi, facendoli divetare quasi dei propri alter ego.
Riguardo alla discussione aperta da molti critici sulla questione “E’ La La Land uno dei film più sopravvalutati di sempre?” la nostra risposta ovviemente è no.
No perché La La Land parla di amore, perché parla di ambizione, di crisi d’identità e di consapevolezza, no perché è ben ideato, fatto, costruito, no perché Ryan ma soprattutto Emma sono semplicemente sublimi nell’interpretazione, No perché La La Land è un capolavoro, e su questo non si discute.