Jordan Peel con Get Out riesce a fare qualcosa di quasi impossibile: realizzare un horror che tiene sulle spine, diverte e fa pensare. Niente male per essere il suo esordio dietro la macchina da presa. Il film racconta il primo incontro di Andre (Daniel Kaluuya, visto recentemente nella terza stagione di Black Mirror) con i genitori della sua fidanzata Rose (una bravissima Allison Williams, Girls). Lui nero che più nero non si può, lei bianca, di famiglia ricca e assolutamente liberale (“avessi potuto avrei votato per Obama una terza volta” ci tiene a farci sapere il padre di Rose). Fin da subito il protagonista si rende conto che c’è qualcosa che non va nella famiglia del neurochirurgo e della psichiatra genitori della sua fidanzata.
Uno dei primi campanelli d’allarme è la presenza di Georgina e Walter, due neri che lavorano al servizio della famiglia. Il regista lavora in maniera magistrale per costruire lentamente tensione e suspense. Piano piano l’atmosfera della casa sembra diventare sempre più pesante per il protagonista. Si svincola a fatica tra il neurochirurgo con la battuta sempre pronta, la psichiatra con l’immancabile tazza da tè in mano e il fratello della fidanzata apparentemente psicopatico. Senza scordare la donna di servizio che scivola per i corridoi con un sorriso sbilenco stampato in faccia e il giardiniere con una strana passione per le corse notturne in giardino.
Il regista alleggerisce di tanto in tanto la tensione con le telefonate del protagonista al suo migliore amico Rod, momenti di pura commedia che fanno piegare in due dalle risate. L’atmosfera però ritorna subito dopo densissima e pesante, grazie a scene come quella del bingo/asta silenziosa, che ho trovato bellissima. Il film continua così per la sua strada deciso, grazie a ottime intuizioni visive, un ottimo cast e una scrittura molto calibrata.
Il risultato è un film che spaventa e inquieta, fa ridere nei punti giusti ed è metafora profonda del perbenismo dilagante di oggi. Mano a mano che il regista rimuove la maschera di progressisti ai suoi personaggi, facendoci scoprire la loro vera natura, ci invita a fare lo stesso con noi stessi. Ci spinge a farci un esame di coscienza andando in profondità in noi. Perché, per quanto anche noi avremmo votato una terza volta per Obama se fosse stato possibile, forse non siamo veramente così di ampie vedute come ci piace crederci.
Il razzismo non va più di moda, vanno di moda la difesa dell’uguaglianza assoluta e della libertà sfrenata. O almeno così ci piace pensare. Ma, sotto sotto, ciascuno di noi sa che ogni giorno dobbiamo combattere in noi stessi contro gli stereotipo e i pregiudizi che tanto noi per primi deprechiamo. È una tendenza naturale umana quella al giudizio prevenuto, e questo film ci apre gli occhi a riguardo. Jordan Peel con il suo brutale ritratto della classe media americana ci offre una satira politica dei nostri tempi. I tempi di Trump con i suoi muri, della polizia che spara senza remore ai neri e del movimento Black Lives Matter. Insomma: Get Out è un film più attuale che mai, che restituisce al genere horror le sue ambizioni politiche e che va visto assolutamente.