Quando sono entrata in sala al Cinema Barberini, sapevo già che sarei uscita in lacrime. Sì, perché Loving, di Jeff Nichols, è uno di quei film che se hai un minimo di sensibilità ti fa struggere dalla prima battuta: “Sono Incinta”.
Nel 1959 Richard Loving, giovane muratore bianco di una zona rurale della Virginia, si innamora di Mildred, una ragazza nera dello stesso villaggio, tra i due inizia una relazione amorosa. Una sera lei gli confessa di essere incinta, lui le chiede di sposarlo e lei accetta.
Tuttavia, a causa delle leggi segregazioniste dello stato della Virginia, che non permettono le unioni tra persone di diverse etnie, sono costretti a sposarsi in un altro stato, a Washington. Qui la svolta drammatica del film, poiché tornati in Virginia, non essendogli riconosciuto lo status di coniugi, vengono entrambi reclusi. Richard viene rilasciato subito, mentre Mildred rimane in carcere per diversi giorni, poiché non viene permesso al marito di pagare la cauzione. La Corte condanna entrambi a 25 anni di esilio in un altro stato, permettendogli di ritornare in Virginia solo se separati. Così i due, quasi tre, vista l’avanzata gravidanza, si trasferiscono a Washington, nella casa di una coppia di amici. Il tempo passa, i coniugi Loving diventano rapidamente una meravigliosa famiglia formata da cinque persone.
il film suscita costantemente sentimenti malinconici: partendo dall’espressione di Ruth Negga (Mildred), che riesce ad avere gli occhi tristi e stanchi anche quando sorride, commossa, passando poi per i sorrisi sconsolati di Joel Edgerton (Richard), quando, prima di andare al lavoro, saluta la famiglia che parte per la Virginia, rimanendo da solo a Washington, fino ad arrivare alla foto finale, che ritrae i veri coniugi Loving, fotografati per la stampa, prima che i loro diritti venissero riconosciuti.
I colori del film rispecchiano appieno l’idea che sia degli anni ’50/’60 in America, vestiti pastello e a fiori colorati, tailleur dalle tinte stravaganti ma estremamente eleganti, un forte sole quasi onnipresente ed un verde accecante dei prati e delle piantagioni della Virginia.
La svolta del film arriva quando Mildred scrive una lettera al presidente degli Stati Uniti per chiedere aiuto nella sua personale lotta contro l’ingiustizia di non poter liberamente amare i suoi figli e suo marito; due promettenti avvocati decidono di prendere in carico la causa dei coniugi Loving contro lo stato della Virginia, vedendo in essa la possibilità di far riconoscere i diritti civili in tutti gli Stati Uniti e non solo in Virginia.
La storia ci racconta come sono andate le cose, e le coppie multiraziali di oggi devono ringraziare la signora Loving, che così ostinatamente si è battuta, anche in tribunale, per il suo, e di tutti, diritto di amare.